La mia attività clinica è eclettica perché si basa sulla conoscenza di 3 modelli psicoterapeutici di rilevanza internazionale che ho appreso e approfondito negli anni.

Nel tempo, infatti, ho cercato di trovare un approccio integrato che mi permettesse di intervenire nel modo più semplice ed efficace possibile sia a livello emotivo e più profondo sia a livello razionale e cognitivo.

Il mio è un continuo percorso di ricerca nel conciliare: mente-corpo, conscio-inconscio, ragione-emozioni, metodo rigoroso-metodo intuitivo.

Un percorso, quindi,  capace di parlare alla mente razionale e a quella emotiva, associando il bisogno di rigore scientifico con l’esigenza di accedere al nucleo profondo e meno consapevole dove risiedono le nostre emozioni.

La terapia integrata che propongo vede la fusione dei seguenti approcci:

L’approccio cognitivo comportamentale è il mio primo importante punto di riferimento e spiega il disagio emotivo attraverso una relazione complessa tra pensieri, emozioni e comportamenti.

L’approccio cognitivo comportamentale  si basa sull’idea che ci comportiamo (e proviamo un’emozione) in base a come interpretiamo le cose che ci succedono, cioè  in base al significato che diamo ad esse. Quindi ciò che proviamo e come reagiamo in una certa situazione dipende dai nostri pensieri, da come noi vediamo e interpretiamo gli eventi.

Molti studi sia nazionali (ad es. Istituto Superiore della Sanità) sia internazionali (ad es. Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno dimostrato che la psicoterapia cognitiva ha un’efficacia maggiore o pari agli psicofarmaci sul lungo periodo nella cura di molti disturbi psichici.

Qui se si vuole approfondire la conoscenza dell’ approccio cognitivo comportamentale e le ricerche scientifiche sulla sua efficacia:

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 La Schema Therapy, ideata dallo psicoterapeuta  newyorkese Jeffrey Young, è un innovativo e efficace approccio di psicoterapia che propone un modello strutturato che integra, in una cornice cognitivista, vari contributi: psicodinamici,  della Gestalt, della teoria dell’attaccamento, della psicoterapia costruttivista e comportamentista.

Rispetto alla terapia cognitivo-comportamentale standard, la  Schema Therapy dà una maggiore importanza alle emozioni, alla comprensione dei rapporti con le persone importanti della nostra infanzia e dei bisogni psicologici insoddisfatti da bambini. Vede questi aspetti come causa delle difficoltà attuali.

Molte ricerche scientifiche recenti e in corso, in particolare quelle condotte dal Prof. Arnoud Arntz, dimostrano come la Schema Therapy sia efficace nel trattamento di pazienti con Disturbi di Personalità (in particolar modo il Disturbo Borderline, Narcisistico ed Evitante) e nel trattamento di quei problemi psicologici che durano da molto (cronici), mostrando resistenza ad altre forme di terapia.

La Schema Therapy è particolarmente efficace anche nel trattare l’ansia e la depressione croniche, i disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata), difficoltà nell’avere e/o conservare relazioni affettive soddisfacenti e nell’aiutare a prevenire le ricadute nel disturbo da uso di sostanze.

Qui se si vuole approfondire la conoscenza della Schema Therapy e le ricerche scientifiche sulla sua efficacia:

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L’approccio psicoterapeutico dell’EMDR (in inglese eye movement desensitization and reprocessing da cui l’acronimo EMDR) permette di lavorare sui ricordi degli eventi dolorosi e traumatici per integrarli nella storia di vita del paziente, depotenziando i loro effetti negativi sul presente.

Ormai molte ricerche scientifiche e centinaia di pubblicazioni in tutto il mondo dimostrano l’efficacia dell’EMDR nel trattamento  di vari disturbi psicologici dovuti ad eventi dolorosi e traumatici e a esperienze più comuni ma stressanti.

La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) secondo cui la salute mentale si fonda sulla capacità naturale di rielaborare gli eventi dolorosi che tutti gli esseri umani affrontano nella vita.

Se, per qualche motivo, uno o alcuni ricordi traumatici non sono stati rielaborati e “digeriti”, possono causare nel presente malesseri di vario tipo e sintomi disturbanti e incontrollati.

Con l’EMDR il terapeuta aiuta il paziente a riattivare il suo sistema naturale di guarigione, favorendo il cambiamento del ricordo traumatico in uno non più doloroso ma istruttivo.

E’ bene precisare che durante le sedute EMDR il paziente:

  • non si “ritraumatizza”;
  • è sempre vigile (non è ipnosi!);
  • non deve assolutamente ricordare tutti i particolari dell’evento;
  • è lui a controllare tutto il processo.
 

Qui se si vuole approfondire la conoscenza dell’ EMDR e le ricerche scientifiche sulla sua efficacia:

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Ritengo inoltre molto interessanti gli innovativi studi nel campo delle neuroscienze e della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI),  che è  la scienza che studia i rapporti tra mente, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario.

Le ricerche nella PNEI appaiono particolarmente importanti per chiunque, sia medico sia psicoterapeuta,  abbia come obiettivo la guarigione fisica e psicologica di un paziente.

Qui se si vuole approfondire la conoscenza della PNEI.

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