Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi.
Snoopy
“Mio figlio di otto anni da un po’ di tempo scoppia improvvisamente a piangere e si chiude in camera. Mi chiedo cosa ho mai sbagliato nel crescerlo! Sarò stata una brava madre?”
Così una mamma mi si avvicinò furtivamente durante un incontro con dei genitori. Era quasi in preda al panico: il volto era contratto, lo sguardo basso, rughe di preoccupazione le solcavano la fronte. Eccolo, il fantasma della colpa era comparso e io temevo di averlo in qualche modo evocato parlando ai genitori.
Ma in realtà i bambini per divenire adulti sufficientemente sereni ed equilibrati non hanno bisogno di genitori perfetti, semplicemente perché quello del genitore perfetto è un mito, un’illusione pericolosa e difficile da sradicare.
Pericolosa perché troppe madri e troppi padri oggi sono preda dell’ansia di non essere adeguati, con l’impressione continua di camminare sulle sabbie mobili, nel timore di fare un passo falso e cadere nell’errore.
Invece non c’è niente di irreparabile nel rapporto genitori-figli perché come ha affermato Alvin Toffler: “il cambiamento è il processo col quale il futuro invade le nostre vite.”
Nella società moderna i genitori sono quelle donne e quegli uomini che si affannano ora dopo ora, giorno dopo giorno per essere al momento giusto nel posto giusto, divorati dalla tensione di fare male o di non farcela. Consumati dal senso di colpa.
Padri e madri che a volte hanno solo l’impressione di sopravvivere. Anche per voi credo ci siano stati giorni in cui la mancanza di sonno, le scarpette sporche di fango, il gelato spalmato sulla camicia nuova, il pongo sulla tastiera del computer e il ritornello “Mamma, non sono stato io!” vi hanno fatto contare i minuti che vi separavano dall’ora di andare a letto.
Poi di notte, quando gli animi si sono placati, la casa ridiventa il vostro silenzioso regno. Qualche istante di tranquillità che la stanchezza cancella con un colpo di spugna. E di sonno.
Questo non è un articolo che inneggia al genitore-perfetto-robot, perché per diventare adulti equilibrati basta avere genitori “sufficientemente buoni”, non genitori perfetti, come asserì il famoso psicoanalista D.W. Winnicot.
Un bambino però per diventare un individuo psicologicamente sano e forte ha bisogno che gli adulti importanti per lui soddisfino per quanto possibile alcuni bisogni di base (Jeffrey Young, 2004).
Il bisogno di amore, protezione, sicurezza, stabilità
Un bambino, soprattutto nei primi anni di vita, ha bisogno di avere legami stabili che gli permettano di sentirsi sufficientemente protetto e sicuro. E dico protetto, non iperprotetto. Non far uscire il bambino per paura delle malattie è una falsa idea di protezione.
Per un bimbo piccolo il senso di sicurezza è di cruciale importanza, è come per una casa avere fondamenta solide: i piccoli e grandi terremoti della vita possono scuoterla, senza farla crollare.
Le persone che nell’infanzia sono state abbandonate o maltrattate potrebbero divenire adulti impulsivi, autolesionisti, con la tendenza ad un umore incostante.
I bambini hanno bisogno di sentire che l’amore che il genitore prova per loro è incondizionato, cioè è indipendente dal comportamento e dalla performance.
“Io ho avuto sempre la percezione che, se non fossi stata brava a scuola, i miei genitori non mi avrebbero amata…in qualche modo mi facevo la fantasia che dovevo continuare ad avere il massimo dei voti per far sì che mia madre mi prestasse attenzione”. Così Sara descrive le sue percezioni di bambina alla fine del percorso terapeutico.
I bambini amati continueranno per sempre a sentirsi degni di amore e rispetto e tenderanno da adulti a ricercare l’affetto e l’amicizia di persone che possano amarli e rispettarli.
I bambini hanno bisogno di sentirsi pensati dal genitore anche quando questi è lontano. Perché un genitore può (e deve) avere momenti di separazione dal figlio, ma il bambino dovrebbe percepire di continuare ad esistere nella mente del genitore anche quando non è fisicamente presente.
E’ utile in questi casi rassicurare il bambino sul proprio ritorno, parlandogli ad esempio di quel bel gioco che potremo fare quando saremo di nuovo insieme.
Il bisogno di esprimere la propria personalità
I bambini hanno bisogno anche di poter esprimere se stessi, la propria personalità, le proprie esigenze ed emozioni, il proprio desiderio di gioco e spontaneità.
Erich Fromm sosteneva: “In ogni attività spontanea l’individuo abbraccia il mondo”.
I bambini hanno bisogno di manifestare anche sentimenti come rabbia e tristezza, imparando a farlo in modo da non offendere gravemente gli altri.
In una famiglia che non incoraggia l’espressione di sé i genitori fanno vergognare il bambino quando esprime rabbia, paura o tristezza; o quando si comporta in modo spontaneo e giocoso, puntando eccessivamente sul lavoro e sul successo, che diventano i mantra familiari.
Che adulti potranno diventare quei bambini che nell’infanzia non hanno potuto esprimere i propri bisogni?
Da adulti si può diventare eccessivamente servizievoli: si vuole sempre accontentare tutti, si diventa una specie di martiri per provare poi risentimento quando la propria generosità non viene ricambiata.
Si può anche diventare troppo inibiti e controllati, con l’idea di dover fare tutto in modo perfetto o con la tendenza a non lasciar trasparire nessuna emozione.
In ogni caso i bambini inibiti da adulti tendono ad avere una rabbia inespressa che, come la lava di un vulcano, cova nel profondo e può esplodere talvolta in modo inaspettato e incontrollato.
Il bisogno di essere sempre più autonomi
I bambini hanno anche bisogno di autonomia e indipendenza e non di pensare sempre che il mondo sia una giungla pericolosa in cui da soli non possono cavarsela perché, come ha affermato il pedagogista inglese John Wolfendenn: “I maestri e genitori esistono per essere un giorno abbandonati.”.
Il bambino ha bisogno di sperimentare gradualmente che può fare sempre più cose da solo, può agire come un individuo separato dal genitore.
I genitori iperprotettivi sono spesso genitori molto affettuosi e hanno sovente intenzioni positive, però possono insegnare ai loro figli a percepirsi come fragili e vulnerabili, non abbastanza competenti per occuparsi delle attività di ogni giorno, con il rischio di sviluppare un’identità e spesso una vita fuse con quella del genitore.
“La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro”. Frank. A. Clark
Il bisogno di avere limiti giusti
I bambini infine hanno bisogno di limiti realistici, un po’ come il treno ha bisogno di binari per non deragliare. Se gli adulti non danno delle regole e dei limiti, i bambini non riescono a superare il proprio egocentrismo.
E’ l’effetto opposto rispetto a chi si occupa troppo dei bisogni degli altri: in questo caso si è così tanto presi da se stessi e dai propri bisogni da disinteressarsi degli altri con il rischio di diventare adulti egoisti, incontentabili, dispotici, egocentrici. In una parola narcisisti.
E’ probabile, inoltre, che le persone che non hanno avuto paletti da bambini diventino adulti impulsivi che non riescono a tollerare compiti impegnativi perché considerati noiosi, persone che cercano sempre di soddisfare subito i propri bisogni.
Come scrisse efficacemente lo scrittore Elbert Green Hubbard: “Quando i genitori fanno troppo per i figli, va a finire che i figli non faranno abbastanza per loro stessi”.
L’assenza di limiti realistici in giovane età può rovinare l’esistenza dell’individuo adulto facendone una persona talmente pretenziosa da mettere a rischio molte cose importanti della vita: il partner potrebbe essere così esasperato da decidere di andarsene, gli amici potrebbero ridurre i contatti, si può arrivare perfino al punto di mettere a repentaglio il posto di lavoro o la salute. Le persone che non hanno avuto limiti possono indulgere infatti in dipendenze di vario tipo come fumo, droghe, farmaci e cibo.
Le persone con problemi nella sfera dei limiti tendono inoltre ad accusare gli altri. Per questo è molto difficile che una persona con questi problemi si metta in discussione e legga un articolo come questo. Non è lui/lei ad avere il problema, è sempre colpa degli altri. Tuttavia è molto probabile che qualcuno che sta leggendo l’articolo sia in relazione con un adulto con questi problemi.
Avere il senso del limite significa tener conto anche dei bisogni degli altri, esercitando il necessario autocontrollo e la disciplina che consentono ad ognuno di raggiungere i propri obiettivi. I genitori che forniscono limiti realistici insegnano al bambino ad essere una persona responsabile, a vedere le cose anche dal punto di vista degli altri, a non ferire le persone, a fare i compiti e dare il suo aiuto in casa.
Questi sono i bisogni fondamentali dei bambini.
Tutto può cambiare. Sempre.
Ma allora, mi potresti chiedere, cosa succede se come genitore non ho soddisfatto questi bisogni?
Non preoccuparti, non c’è nulla di irreparabile: tutti noi, così come le nostre relazioni significative, possiamo cambiare in qualsiasi momento.
In realtà in natura tutto cambia di continuo: le cellule del nostro corpo, le piante, la superficie degli oceani. Anche le nostre emozioni sono mutevoli. Tutto cambia, tutto si evolve.
Anche la relazione tra un genitore e un figlio può mutare nel tempo, si può evolvere attraverso microcambiamenti e aggiustamenti talora impercettibili.
“L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.” Carl Gustav Jung
L’aiuto di uno psicoterapeuta spesso diviene il catalizzatore fondamentale del cambiamento nella relazione tra genitori e figli, soprattutto se la problematica ha radici profonde o antiche.
Nuove consapevolezze possono creare inusitate connessioni tra i neuroni, le cellule cerebrali.
La meravigliosa conferma della plasticità cerebrale ci giunge dalle neuroscienze: Eric Kandel, premio Nobel per la medicina nel 2000, ha dimostrato che il nostro cervello, a differenza di quanto si è sempre pensato, è plastico e rimane tale per tutta la nostra vita, non soltanto durante i primi anni.
Una notizia meravigliosa per tutti coloro che hanno il coraggio di guardarsi allo specchio e abbandonare l’illusione della perfezione per rinascere come genitori e figli umanamente imperfetti.
All’alba di una nuova consapevolezza.
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